Identificazioni monete: puntata 1

Ciao e benvenuto da Gabriele!

Questo è il primo appuntamento mensile in cui risponderò alle domande che tu e gli altri iscritti mi avete inviato.
Questa puntata ha 4 monete tra cui 2 meravigliosi aurei.

In questa sede non ti parlerò solamente di identificazioni e valutazioni di monete romane, ma potrai porgermi anche domande e quesiti sull’iconografia monetale, interpretazione delle immagini, commercio, economia, produzione della moneta e tutto quello che gravita attorno al mondo delle monete romane.

Iniziamo subito con la prima moneta

Come puoi vedere, siamo di fronte ad un asse di Antonino Pio che presenta al dritto la legenda ANTONINVS AVG PIVS PP e la testa nuda con il busto drappeggiato e corazzato; la corazza si intravede in corrispondenza della spalla destra, sotto il drappeggio, si riconoscono benissimo le scaglie che compongono la corazza. Al rovescio la legenda è TR POT COS III SC (dalla foto un po’ sfocata mi sembra che sia COS III e non IIII) e la figura al centro è la Pudicizia con il velo che le cinge la testa, le spalle e la schiena, in piedi di fronte con la testa volta a sinistra mentre tende le braccia in segno di preghiera e con la mano sinistra si sistema il velo.

Prima di parlare della catalogazione posso affermare che la moneta è in conservazione davvero gradevole, quasi SPL poiché il naso, l’occhio, l’orecchio e i riccioli della barba e dei capelli sono perfettamente conservati. Anche al rovescio si osserva che la veste e il velo sono conservati nel dettaglio. Il fatto che tutti questi rilievi si siano conservati così bene è sintomo che la moneta in antichità ha circolato pochissimo.

La tipologia di questa moneta che fu emessa tra il 140 e il 144 d. C., sul RIC (Roman Imperial Coinage), è catalogata al numero 702, ma viene descritta con la testa volta a sinistra. Questa invece presenta la testa nuda a destra e il busto drappeggiato e corazzato: siamo di fronte a una variante di una tipologia, la numero 702, che è catalogata come Rara e non essendo presente nel RIC, la catalogherei come R2 (Molto Rara) in una scala di rarità che va da C a R5. Una tipologia identica a questa non sono riuscito a trovarla né sulle aste battute in Italia e all’estero negli ultimi anni, né nelle grandi collezioni del ‘900 (come la Collezione Mazzini e la Collezione Trau) e questo è sinonimo che la moneta è molto rara.

La catalogazione che ho proposto è dettata dall’interpretazione dell’immagine al rovescio poiché mettendo a confronto le immagini della Pudicizia con quella dell’Eternità puoi vedere che le immagini sono praticamente identiche, ma si distinguono solamente dalla presenza del velo nella Pudicizia, che è presente nel rovescio di questa moneta. Infatti la Pudicizia era la personificazione divina del pudore e della castità, simbolo delle matrone che seguivano la regola del Mos Maiorum, che l’imperatore Antonino Pio, appartenente ad una famiglia dell’antica aristocrazia romana, teneva a far rispettare.

Un’ultima considerazione su questa moneta è da fare sulla presenza della pupilla incavata all’interno del globo oculare: la moda di segnare la pupilla fu introdotta durante il regno di Adriano e precisamente tra il 130 e il 138 d. C. nella statuaria ufficiale e nelle immagini imperiali sulle monete, entrambe preposte alla divulgazione dell’immagine dell’imperatore in ogni angolo dell’impero. Da questa data in poi la pupilla venne sempre segnata con un foro per dare più profondità allo sguardo e tutti le statue dei personaggi romani si adeguarono alla moda artistica del tempo: quindi se ti trovi dentro un museo davanti ad una statua romana puoi vedere, attraverso la presenza o meno della pupilla, se fu creata prima o dopo la prima metà del II secolo d. C.

Seconda moneta

La seconda moneta che mi è pervenuta si tratta sempre di un asse, ma questa volta è di Faustina Minore, figlia di Antonino Pio e Faustina Maggiore e moglie di Marco Aurelio.

Al dritto è presenta la legenda FAVSTINA AVGVSTA e il busto drappeggiato a destra dell’imperatrice, mentre al rovescio vediamo la legenda DIANA LUCIFERA SC e la raffigurazione di Diana in piedi a destra mentre tiene una torcia accesa.

Voglio subito soffermarmi sul rovescio: è magnifico vedere come due linguaggi totalmente diversi dicano la medesima cosa!
Infatti Diana Lucifera vuol dire letteralmente Diana portatrice di Luce, mentre l’immagine mostra Diana che sostiene una torcia accesa, quindi una luce. Ma perché Diana è Lucifera? Diana, nella mitologia romana, è la protettrice dei boschi e delle selve, con tutta la fauna al suo interno e la natura selvaggia (flora e fauna) è, nell’immaginario collettivo antico, fertile e feconda.
Nel corso della storia romana Diana, essendo custode anche della fecondità della natura, iniziò ad essere pregata dalle matrone romane durante i periodi di gestazione e di parto. Il fatto che questo rovescio compare proprio su una moneta di Faustina Minore è dato dal fatto che lei diede alla luce ben tredici figli, ma solamente pochi di questi raggiunsero l’età adulta; quindi Faustina dovette essere stata sicuramente una devota a Diana Lucifera, visto le molte gravidanze che dovette effettuare, e questo fu propagandato sulle monete romane che la ritraevano come esempio di ottima madre di famiglia e ottima imperatrice.

Tornando alla catalogazione di questa moneta, la medesima tipologia sul RIC compare sotto il capitolo di Marco Aurelio al numero 1632 e il suo grado di rarità è C (Comune); infatti questa medesima tipologia è passata diverse volte nelle aste degli ultimi anni sia in Italia che all’estero.

Terza moneta

Le prossime due monete che mi sono pervenute sono davvero due belle monete!

Andiamo in ordine: la prima moneta è un aureo di Traiano con al dritto la legenda IMP TRAIANO AVG GER DAC PM TR P con il busto dell’imperatore laureato e drappeggiato a destra; mentre al rovescio vi è la legenda COS V P P SPQR OPTIMO PRINC e Cerere velata, in piedi a sinistra, mentre sostiene un mazzo di spighe e una torcia accesa. La conservazione di questa moneta è bellissima, un BB+, mentre la rarità si colloca come Non Comune NC. Il RIC l’ha cataloga al numero 109 della zecca di Roma e questa moneta fu emessa nel periodo 107-111 d. C.

Aureo
Aureo

Questo periodo è ricavabile dal fatto che nel 106 l’imperatore Traiano assunse il titolo Dacicus (in questa moneta DAC) dopo la definitiva vittoria contro i daci, mentre il sesto consolato lo ricoprì nel 112 (in questa moneta compare COS V).

La stessa tipologia di moneta è comparsa ultimamente in due aste americane e sono state stimate rispettivamente a duemila e quattromila dollari, in base allo stato di conservazione: questa moneta si colloca per la conservazione fra i due esemplari che ho visionato.

Quarta moneta

L’ultima moneta di questa prima carrellata è un bell’aureo di Adriano: al dritto vi è il vigoroso ritratto del giovane imperatore (siamo all’inizio del regno) laureato a destra con drappeggio e corazza, accompagnato dalla legenda IMP CAESAR TRAIAN HASRIANVS AVG, mentre al rovescio vi è il busto radiato e drappeggiato del Sole a destra con la legenda ORIENS PM TR P COS II.

Questo aureo fu emesso dalla zecca di Roma nel periodo gennaio-novembre del 118 e il RIC lo cataloga al numero 16. Anche se la foto non è delle migliori, si vede subito che la conservazione dell’aureo è davvero gradevole: si attesta tra BB e SPL, meglio come Quasi SPL e il suo grado di rarità è R: in poche parole siamo di fronte a una moneta che può avere un notevole valore, considerando che in un asta americana di poco tempo fa un medesimo esemplare di simile catalogazione ha raggiunto i seimilacinquecento dollari.

Aureo
Aureo

Oltre alla bellezza di questa moneta, la cosa interessante è il messaggio iconografico che porta appresso e che ho affrontato proprio su un mio studio che è in via di pubblicazione e che cercherò qui brevemente di riassumere: nel periodo 117-118 la zecca di Roma emise monete in oro (come questa identificata) con al rovescio la medesima iconografia (tranne che nella legenda) che comparve sulle monete in oro e argento di Traiano fra il 116 e il 117.
Traiano fece emettere questo rovescio, associato ad altre monete inneggianti la conquista della Partia, come messaggio propagandistico della pacificazione avvenuta in Oriente a seguito delle sue conquiste.
Per il fatto che troviamo questo rovescio anche sulle prime emissione di Adriano, ricordo che lui venne nominato successore di Traiano proprio dalle legioni che stavano combattendo in oriente dal momento che egli era al seguito dell’imperatore e il suo più fidato consigliere, sta a significare che la politica traianea in Oriente fu portata a termine da Adriano per assicurare un confine sicuro a Roma e al suo impero per mano dei suoi eserciti.

Spero che queste identificazioni siano state di tuo gradimento e che tu abbia fatto una piacevole lettura.

Per ogni richiesta puoi scrivermi a gabriele@moneteimperialiromane.it .

Alla prossima!

Gabriele