Plutei di Traiano (cosiddetti): esempio di affinità fra la scultura e l’iconografia delle monete nella propaganda imperiale

By Luglio 13, 2015 Uncategorized 8 commenti
Plutei Traiano: suovetaurile

Suovetaurile rappresentato dalla processione verso l’altare dei 3 animali sacrificali nei plutei di Traiano

In questo articolo ti parlerò dei plutei cosiddetti di Traiano, mostrando uno spettacolare esempio di affinità tra la scultura e l’iconografica delle monete nella propaganda imperiale e come, proprio grazie ai dati che riusciamo ad estrapolare dalle monete, sia possibile confermare o correggere certi accadimenti storici.
Sono certo che alcuni dei fatti dell’epoca ti ricorderanno più di una volta la nostra politica interna…
Questo argomento è trattato anche nel “Corpus Nummorum Imperii Romani” all’interno del capitolo dedicato all’iconografica monetale dell’imperatore Adriano.

Il ritrovamento dei plutei

Nel 1872 durante gli scavi nel Foro Romano, nell’area tra il Comizio e la colonna di Foca, furono scoperti due bassorilievi lavorati su entrambe le facce che furono sicuramente utilizzati come balaustre proprio nel Foro. Non si ha la certezza del monumento di appartenenza, ma vedendo il luogo di ritrovamento, potrebbero essere state le balaustre dei Rostri di Anzio o il recinto entro cui erano custoditi il Ficus Ruminalis e la statua del Marsia (L’arte dell’antichità classica, Bianchi Bandinelli 1976 [1]).

I due pannelli marmorei presentano:

  • su un lato le tre vittime sacrificali del suovetaurile, un toro, una pecora e un maiale,
  • sull’altro lato, il principale, due scene storiche commemoranti episodi realmente accaduti proprio nella piazza del Foro.

Sul pannello di sinistra si vede l’imperatore in piedi sopra la tribuna ornata con i rostri di Azio antistante al podio del tempio del divo Giulio e accompagnato dai littori. L’imperatore, vestito con la toga, pronuncia un discorso alla folla assiepata davanti ai rostri; il soggetto del discorso pronunciato è chiarificato dal gruppo statuario posto su un basamento e collocato leggermente a destra rispetto al centro del rilievo. Questo rappresenta un imperatore seduto sopra la sedia curule, e una donna che gli si avvicina con un bambino per la mano e un altro in braccio. La donna è sicuramente l’Italia, che ringrazia l’imperatore per la prosecuzione del provvedimento a favore dei giovani italici, denominato alimentationes.

Iconografia della promulgazione delle alimentationes

Iconografia della promulgazione delle alimentationes

Sappiamo che le alimentationes furono istituite da Nerva e incrementate da Traiano e Adriano: alcune epigrafi (CIL IX, 1444 e CIL XI, 1147) dell’inizio del regno di Traiano attestano che per la popolazione di Veleia e dei Ligures Baebiani furono stanziati rispettivamente 1.044.000 e 401.800 sesterzi per adempire a questo provvedimento. Da questi dati si capisce l’importanza di tale provvedimento rivolto ai giovani bisognosi italici e l’effetto benefico che la sua propaganda doveva avere verso il popolo.

Ritornando alla descrizione del rilievo, esso mostra sullo sfondo gli edifici del Foro edificati sul lato sud e si osservano da sinistra a destra il fornice centrale dell’arco di Augusto, il tempio dei Castori, il vuoto corrispondente al Vicus Tuscus, la parte orientale della Basilica Giulia, il fico sacro e la statua del Marsia.

Plutei di Traiano: curia fregio sinistro

Manifestazione della cancellazione dei debiti verso i cittadini romani nel foro

Il secondo rilievo è la continuazione ideale della scena precedente, come dimostrano gli edifici sullo sfondo composti da sinistra a destra dal fico sacro e dalla statua del Marsia, la parte occidentale della facciata della Basilica Giulia, il tempio di Saturno, un arco e il tempio del Divo Vespasiano. Il pannello di destra è purtroppo perduto, ma fortunatamente è rimasta una porzione della tribuna con i rostri di Anzio, dove l’imperatore era seduto mentre alzava la mano destra per dare ordini ad un impiegato in piedi sotto la tribuna. La piazza è occupata da littori e da schiavi dell’amministrazione imperiale che portano in processione i registri contabili per essere accatastati e poi bruciati proprio nel foro.
Il rilievo rappresenta dunque un condono delle tasse. Il parallelismo che le scene storiche descrivo è degno di nota poiché commemorano un imperatore come benefattore dell’Italia e delle province per aver incrementato le alimentationes e cancellato le tasse.

Collocazione storica dei plutei

I Plutei appena descritti vengono solitamente attribuiti al regno traianeo per lo stile che contraddistingue i rilievi, cercando di leggere le raffigurazioni con procedimenti presi dall’imperatore Traiano a favore della popolazione dell’impero. Questo è sicuramente agevolato dal fatto che fu proprio Traiano ad incrementare sostanzialmente le alimentationes per i bambini italici, propagandato anche sulle monete emesse dopo il 107 e contraddistinte dalla legenda ALIM ITAL.

Non si può dimenticare però, che anche Adriano sostenne e ampliò tale provvedimento (Historia Augusti, De Vita Hadriani, 7, 8; il testo è esplicito e ricorda che Adriano “Accrebbe generosamente i sussidi ai fanciulli e fanciulle per i quali già Traiano li aveva stanziati”) e inoltre ci è pervenuta un’epigrafe (CIL VI, 967) menzionante una grande manifestazione nel foro Romano, dove Adriano fece bruciare molti documenti in cui erano segnati 900.000.000 sesterzi di debiti intestati a moltissimi cittadini.
Anche l’Historia Augusta ci ha tramandato questo provvedimento con le seguenti parole: “condonò in Roma e in Italia un’infinità di debiti contratti da privati con il fisco, e anche nelle province condonò ingenti somme corrispondenti a debiti non completamente estinti, facendo bruciare le obbligazioni nel foro” (Historia Augusti, De Vita Hadriani, 7, 6).

Solamente con questi dati forniti dall’Historia Augusta e dall’epigrafe posso affermare con una certa sicurezza che i rilievi dei famosi plutei attualmente conservati dentro la Curia del foro Romano siano da attribuire ai primi anni del regno di Adriano e non al periodo traianeo, ma grazie al preziosissimo contributo che forniscono sempre le monete, si ha la certezza di quanto appena detto.

Il contributo storico delle monete

Infatti questi due straordinari provvedimenti intrapresi da Adriano all’inizio del regno e che migliorarono sicuramente moltissime precarie situazioni familiari un po’ in tutta la penisola e l’impero, furono giustamente propagandati su sesterzi databili al 119.

Sesterzio Adriano RELIQVIA VETERA HS NOVIES MILL ABOLITA: eliminazione debiti e documenti tramite fuoco

Sesterzio Adriano sull’eliminazione di debiti e documenti tramite fuoco

Riguardo al secondo provvedimento raffigurato sui rilievi provenienti dal foro, abbiamo diverse tipologie di sesterzi recanti al rovescio la legenda RELIQVA VETERA HS NOVIES MILL ABOLITA S C e un’iconografia esplicita che rappresenta un littore in piedi impegnato nel dar fuoco con una torcia a un cumulo di documenti; a seconda degli esemplari possiamo trovare due o tre cittadini che lo acclamano, oppure nessun altro oltre al littore stesso; al dritto vi è sempre la legenda IMP CAESAR TRAIANVS HADRIANVS AVG P M TR P COS III e il busto dell’imperatore variamente ornato (RIC II, nn.590-593). L’iconografia e la legenda del rovescio sono inequivocabili: sono aboliti, attraverso l’eliminazione dei documenti tramite il fuoco, 900.000.000 di sesterzi; il chiaro intento di queste monete, oltre a propagandare l’evento accaduto e la magnanimità di Adriano, fu sicuramente quello di trasmettere la teatralità del gesto con cui furono eliminati i debiti, impatto che ancora oggi provoca un certo stupore, essendo stato usato anche da qualche politico nostrano (ricordi l’ex Ministro Calderoli che fece bruciare in piazza tutte le leggi abrogate attraverso alcune procedure di semplificazione?).

Sestersio di Adriano sulle alimentationes

Sestersio di Adriano sulle alimentationes

Mentre per il primo provvedimento descritto, le alimentationes, la zecca di Roma emise sesterzi con al rovescio la legenda LIBERTAS RESTITVTA in esergo e PONT MAX TR POT COS III intorno al campo monetale dove al centro troviamo l’imperatore seduto sopra un palco mentre tende la mano ad un fanciullo tenuto in braccio da una figura femminile interpretabile come l’Italia; un altro bambino è in piedi accanto a questa figura femminile; la legenda presente al dritto è IMP CAESAR TRAIANVS HADRIANV AVG e il busto dell’imperatore è presentato sempre laureato con il busto paludato o drappeggiato (RIC II, n. 568). L’iconografia del rovescio rappresenta proprio il complesso statuario esposto nel foro Romano e inserito nei rilievi delle balaustre sopra esposte, andando a collocarsi cronologicamente nel medesimo periodo dei sesterzi precedentemente descritti; per di più è molto interessante l’utilizzo della legenda esplicativa del rovescio associato all’immagine, poiché propagandava la restituzione della libertà per la popolazione italica grazie al sussidio imperiale per i bambini più poveri, dato che senza questa possibilità economica non sarebbero divenuti indipendenti.

Cosa confermare e cosa respingere

Grazie ai dati che ci forniscono la numismatica, l’epigrafia e i testi antichi si può confermare che Adriano sul finire del 118 abolì i debiti della popolazione per un ammontare di 900.000.000 di sesterzi e incrementò l’istituzione alimentare avviata da Nerva e proseguita da Traiano; inoltre si può respingere la tesi che vuole datare i rilievi marmorei al regno di Traiano, mentre si deve definitivamente affermare che i plutei del foro furono realizzati all’inizio del regno di Adriano, dopo il 118, per propagandare i provvedimenti che emanò il nuovo imperatore in favore della popolazione di Roma e di quella italica.

È davvero stupefacente osservare come gli incisori della zecca di Roma scegliessero solamente il dettaglio più efficace e comunicativo di un’intera scena per far interpretare, a chi avesse tenuto in mano tali sesterzi, i provvedimenti che aveva attuato l’imperatore: mossa degna di un navigato esperto di marketing dei nostri giorni.
Oggi come allora, essendo la moneta, uno strumento usato da tutti, per l’epoca rappresentava un mezzo di propaganda eccezionale. Gli imperatori avevano il poter di far sapere a tutti quello che volevano, in particolare quello che attuavano di buono, avendo però particolare cura di rispettare la contemporaneità tra l’evento accaduto e l’emissione monetale: questi due esempi ne sono la conferma lampante; infatti i sesterzi con tali rovesci, nonostante furono emessi in un breve lasso di tempo, vennero coniati in discrete quantità e questo è deducibile dalla relativa frequenza in cui compaiono sulle aste moderne in tutte le conservazioni e dai ritrovamenti in ripostigli, come quello rinvenuto in Francia che conta quindici sesterzi con al rovescio la libertas restituta e sette con l’iconografia dell’abolizione dei debiti (Tresor de la Garonne, Etienne e Rachet 1984).
Oltre a quella sulle monete, altre modalità di propaganda sarebbero state difficili da mettere in atto e assai costose per l’epoca.

Grazie per aver letto e sentiti libero di lasciare un tuo commento qui sotto.

Gabriele Lepri

Bibliografia essenziale

[1] R. Bianchi Bandinelli M. Torelli, L’arte dell’antichità classica. Etruria-Roma. Torino 1976
R. Etienne et M. Rachet, Le tresor de Garonne, Essai sur la circulation monetaire en Aquitaine a la fin du regne d’Antonin le Pieux (159-161), Bordeaux, 1984
G. Henzen, Rilievi di marmo scoperti sul Foro Romano, in BullInstCorrArch 1872, 273ss
H. Mattingly e E. Sydenham, The Roman Imperial Coinage, vol II Vespasian to Hadrian, London, 1926
G. A. Plattner, Die anaglypha Hadriani in Rom, in Zeitschrift für klassische Archäologie 7/VI/1998 http://homepage.univie.ac.at/elisabeth.trinkl/forum/forum0698/07traian.htm
U. Rudiger, Die anaglypha Hadriani, in Ant. Plastik XII, 1973, 161-173
W. Seston, Les Anaghypha Trajani du Forum romain et la politique d’Hadrien en 118, in MEFR XLIV, 1927, 154-183
M. Torelli, The anaglypha Traiani and the Chastworth relief, in Typology and structure of roman historical reliefs, 1982, University Michigan press, 89-118

Join the discussion 8 commenti

  • bruno ha detto:

    è chiaro che le monete sono gli indizi che portano alla risoluzione del giallo.
    900.000.000 di sesterzi se equivalgono a 5.400.000.000 di euro, si potrebbero
    bruciare tranquillamente le scartoffie dell’agenzia dell’entrate e di equitalia,
    relative al ceto medio che ha solo lo stipendio e la casa di abitazione.
    I nostri politici che fanno i falò sembrano Totò che insieme alle monete falsate
    brucia anche lo stipendio buono, insieme all’acqua buttano il bambino,
    insieme alle leggi vecchie bruciano anche documenti riguardanti il personale.
    Più che alleggerire, inquinano…. Ciao Gabriele, complimenti!

  • claudio ha detto:

    e’ paradossale che i governanti dell’epoca si siano dimostrati piu’ lungimiranti ed efficienti di quelli attuali.
    articolo molto interessante.
    grazie.

  • franco ha detto:

    Grazie Gabriele,
    anche oggi ho imparato qualche cosa in più.
    franco

  • luciano carmagnani ha detto:

    Gabriele veramente interessante. (colgo l’occasione x dirTi che ho fatto il bonifico, e ringraziarti)

  • Pier Paolo ha detto:

    Caro Gabriele, mi complimento per il tuo lavoro e per la passione che impieghi nel svolgerlo, grazie delle preziosissime informazioni e per l’attualità che riesci ad infondere attraverso la spiegazione delle tecniche propagandistiche che sono state utilizzate migliaia di anni fa ma che i nostri politici, diretti discendenti dei popoli Italici sembrano possedere nel proprio DNA riproponendole in maniera pressocchè analoga ai giorni nostri. Complimenti vivissimi, ti prego di continuare ad informarci sulla numismatica e la storia in maniera indipendente come hai sempre fatto eccellentemente sinora.

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