Identificazioni monete: puntata 2

Ciao e benvenuto da Gabriele! Eccomi qui al secondo appuntamento in cui risponderò alle domande che tu e gli altri iscritti mi avete inviato. Avevo pensato la rubrica con cadenza mensile, ma viste le numerosissime richieste, ho dovuto anticipare questo numero di una settimana, nonostante i numerosi impegni di questo periodo, tra cui la pubblicazione di un mio lavoro di cui ti parlerò tra qualche settimana. In questa puntata la fanno da patrone un bellissimo AE4, un raro didracma e delle monete Partiche a dir poco particolari! Al solito, via mail potrai chiedermi non solo identificazioni e valutazioni di monete romane, ma potrai rivolgermi anche domande e quesiti sull’iconografia monetale, interpretazione delle immagini, commercio, economia, produzione della moneta e tutto quello che gravita attorno all’universo delle monete romane.

Iniziamo subito con il primo gruppo di monete

Purtroppo le foto non sono ottimali e non ho peso e diametro che molto spesso aiutano alla comprensione delle monete, ma da quello che posso vedere sono monete davvero particolari! Innanzi tutto posso subito affermare che non appartengono al grande mondo delle monete romane, né repubblicane né imperiali e quindi bisogna andare a cercare altrove. Lo stile del dritto e del rovescio si presenta assai rozzo e approssimativo ma, nonostante questo, le monete presentate in questa foto si possono accostare per tipologia a quelle emesse durante il regno Partico che si estendeva all’incirca nei territori dell’attuale Iran tra il III sec. a. C. e il III sec. d. C.. I molti re dei Parti fecero monete di varie fattezze, da delle vere e proprie opere d’arte a monete di bassa fattura, ma nonostante tutto non sono riuscito a trovare una tipologia identica a queste monete (Per avere un’idea sulla monetazione del regno partico ti consiglio questo sito http://www.parthia.com/). Da delle fotografie non posso garantire la reale autenticità delle monete, soprattutto da foto di qualità non ottimale, ma prendendo per buone queste monete e non avendo trovato tipologie identiche, posso ipotizzare che siano delle imitazioni antiche delle monete Partiche, cioè monete coniate da privati (oggi li chiameremmo falsari) sulla falsariga di quelle originali emesse dallo stato centrale. Il fenomeno delle monete imitative è assai diffuso nell’antichità perché era un modo per guadagnare qualcosa a chi coniava questo tipo di monete e aveva anche la funzione di immettere liquidità sul mercato perché non sempre la moneta ufficiale arrivava dappertutto. Questo fenomeno era diffuso anche nell’impero romano, soprattutto nelle province del nord e alcuni studiosi pensano che fosse anche abbastanza tollerato dalle autorità emittenti.

 

Seconda moneta

La seconda moneta che mi è pervenuta è un bell’esemplare di AE4, cioè una tipologia monetale di piccolo diametro tipica del IV secolo d. C..

Al dritto vi è la legenda D V CONSTANTINVS PT AVGG con il Busto velato di Costantino a destra, mentre il rovescio non presenta legende, tranne che in basso ma purtroppo non è leggibile a causa del leggero decentramento della moneta; invece la figura impressa è Costantino in piedi su una quadriga in volo a destra. Questa moneta fu emessa dopo la morta di Costantino il grande, tra il 337 e il 340 d. C. dai suoi due successori Costantino II e Costante per onorare la sua divinizzazione. Infatti sia il dritto che il rovescio parlano della sua ascesa in cielo: la legenda D V e il busto velato del dritto richiamano che l’imperatore fu divinizzato dopo la sua morte e anche la figura al rovescio riporta questo fatto e cioè che l’imperatore salì in cielo trasportato da una quadriga. Anche se Costantino abbracciò la religione cristiana, il fatto di divinizzare i grandi imperatori fu una pratica che non venne abbandonata immediatamente poiché rappresentava un inequivocabile segno di riconoscimento per come avevano guidato l’impero. Questa tipologia monetale fu emessa da quasi tutte le zecche attive in quel momento (337-340 d. C.) nell’impero, ma non posso aiutarti nell’individuare puntualmente quale zecca coniò questa moneta poiché il segno di zecca (Il segno di zecca è la sigla che veniva messa dalla riforma di Aureliano in poi per mostrare da quale zecca e da quale officina fu prodotta ogni singola moneta) è collocato proprio dove insiste la mancanza del tondello, sotto la quadriga. Nonostante questo, lo stile e la fattura del volto di Costantino mi portano a dire che questa moneta forse fu emessa dalla zecca di Antiochia o Nicomedia.

 

Terza richiesta

La quarta richiesta pervenutami è su una moneta, che purtroppo non mi è stata allegata la foto, con al dritto recante la legenda Q NASIDIVS con la testa imberbe di un uomo e al rovescio la legenda NEPTVMI e una galera con vela e remi.

Si tratta inequivocabilmente di un denario emesso da una zecca itinerante al seguito di Sesto Pompeo, figlio di Pompeo Magno, tra il 44 e il 43 a. C. Per vedere un denario della medesima tipologia è sufficiente  che tu vada qui.

Nel più completo catalogo di monete romane repubblicane scritto dal Crawford, il Roman Republican Coinage, questa moneta è catalogata al numero 483 e precisamente è così descritta: al dritto vi è la testa di Cn. Pompeius Magnus a destra con accanto un tridente e un delfino; la legenda NEPTVNI è posta dietro e il bordo è perlinato. Al rovescio vi è una galera a destra con sopra una stella e sotto la legenda Q NASIDIVS e il bordo perlinato.

Veniamo alla spiegazione iconografica della moneta: al dritto della moneta osserviamo l’immagine postuma di Pompeo Magno (morì nel 45 a. C.), indicato come figlio di Nettuno, il dio del mare di cui sulla moneta sono raffigurati gli attributi, il tridente e il delfino. Il Q. Nasidius del rovescio era invece il “prefetto” della flotta di Sicilia, agli ordini di Sesto Pompeo, figlio di Pompeo Magno che come sappiamo intraprese la carriera militare sin da giovane e si distinse nelle numerose campagne ricoprendo funzioni di comando. Riassumendo in breve la vita di Pompeo Magno sappiamo che a 23 anni aveva ricevuto da Silla il titolo di Imperator, era stato onorato col trionfo per le conquiste in Sicilia e Africa, per tre volte aveva rivestito l’incarico di Console, l’ultima volta nel 52 a.C., quando era stato nominato Console Unico. Con il titolo di Proconsole aveva assunto il comando della flotta e distrutto la pirateria che infestava le coste italiche. Aveva combattuto in Spagna (rivolta di Sertorio), in Armenia (contro Tigrane), in Oriente (contro Mitridate), in Giudea (contro gli Ebrei). Gli vennero tributati onori di ogni sorta, tra cui la concessione del titolo di Magnus (il Grande).

Una volta decaduto il patto del 1° triunvirato, iniziò una violebta guerra civile fra lui e Cesare dove quest’ultimo vinse definitivamente a Farsalo (45 a.C.). Pompeo cercò riparo in Egitto, ma fu assassinato dai sicari di Tolomeo d’Egitto a cui si era rivolto per aiuto.

Anche i due figli di Pompeo il Grande avevano intrapreso la carriera militare e abbracciato il partito anticesariano per convinzione e desiderio di vendetta. Ma Cesare li aveva sconfitti a Munda in Spagna nel 45 a.C., dove il maggiore dei fratelli, Gneo Pompeo, aveva perso la vita. Sesto Pompeo, il minore, era sopravvissuto e aveva continuato a combattere per la difesa dell’ordine repubblicano. Con la morte di Cesare (44 a.C.), i suoi avversari erano diventati Ottaviano e Antonio che però avevano preferito venire a patti con lui. Tanto che nel 44 il Senato gli aveva conferito l’incarico di Praefectus Classis (Ammiraglio della flotta). La pace però era stata di breve durata, lo scontro a Nauloco del 36 a. C. con Ottaviano era terminato con la sconfitta di Sesto Pompeo. Alleatosi in un primo tempo con Antonio, era entrato successivamente in collisione anche con lui. Fuggito in Frigia, era stato raggiunto da un ufficiale di Antonio e decapitato nel 35 a.C..

La moneta in questione fu coniata nel periodo di pace temporanea con Ottaviano e deve essere interpretata come una tipologia della propaganda pompeiana che, attraverso il ricordo del grande Pompeo, innalzato a figlio di Nettuno per le sue vaste capacità marittime, esaltava la figura di Sesto Pompeo, anch’egli capo della flotta. Detto ciò, la moneta non fu emessa in grandi quantità ed è da considerarsi rara e se ben conservata anche di discreto valore.

Spero che queste identificazioni siano state di tuo gradimento e che tu abbia fatto una piacevole lettura. Per ogni richiesta puoi scrivermi a gabriele@moneteimperialiromane.it . Alla prossima! Gabriele