Seguendo la divisione cronologica degli autori del Roman Imperial Coinage, l’Amphiteatrum Flavium compare su sesterzi emessi da Tito nel periodo 80 d. C. – 81 d. C. e su sesterzi emessi da Domiziano in per il Divo Tito nell’81 d. C. – 82 d. C. [1]. Vi è rappresentato sul dritto dei sesterzi l’edificio circolare con prospettiva a “volo d’uccello” che permette di osservare la grande maestranza degli incisori: si notano le statue che avrebbero dovuto ornare le aperture ad arco dei tre diversi ordini dell’anfiteatro e la riproduzione delle persone (create con un semplice puntino) che riempivano i maeniana, suddivisi questi dalle scalinate di accesso ai posti a sedere.
Il risultato artistico dell’immagine d’insieme è davvero stupefacente.
Il Colosseo è riprodotto con a fianco la Meta Sudans e una porticus probabilmente riferibile alle terme di Tito inaugurate insieme all’anfiteatro [2]; questi monumenti si trovano invertiti nelle due varianti: Meta Sudans [2] a destra e thermae (?) a sinistra nel primo caso, viceversa nel secondo caso.
L’Anfiteatro Flavio iniziò a costruirlo Vespasiano nei primi anni di regno, ma morì prima di poterlo inaugurare; infatti fu il figlio Tito ad avere questo onore nell’80 d. C., sebbene le parti superiori del monumento non fossero ancora terminate in quel momento; per terminare l’opera Domiziano apportò modifiche importanti, anche nei sotterranei dell’arena. Leggi tutto