
Statua dell’imperatore Augusto: Augusto di Prima Porta o Augusto loricato. Statua in marmo bianco, alta 2,04 metri conservata ai Musei Vaticani.
In questo articolo ti presenterò uno studio sull’intensa propaganda augustea inerente la restituzione delle insegne militari ad opera dei Parti nel 20 a. C., esaminando le serie monetali in grafia latina che furono emesse a Roma e nelle zecche imperiali di Colonia Patricia, Colonia Caesareaugusta e Pergamo.
“Obbligai i Parti a rendere le spoglie e le insegne di tre eserciti Romani, e a domandare, supplici, l’amicizia del popolo Romano. Queste insegne, le deposi nel penetrale del tempio di Marte Ultore.” [1].
Con queste poche parole Ottaviano Augusto, nel suo testamento ideologico rappresentato dalle Res Gestae, impresse in eterno la restituzione delle insegne militari che in precedenza i Parti sottrassero alle legioni romane nel 53 a. C., conseguentemente alla disfatta del generale Marco Licinio Crasso [2].
La restituzione delle insegne, però, non avvenne come conseguenza di una vittoria di Augusto sul popolo partico, ma grazie a relazioni diplomatiche. Fin dalla metà degli anni venti del I sec. a. C. i romani furono preparati ad una nuova campagna militare contro i Parti; questa però si svolse in un modo per nulla spettacolare: dopo qualche movimento delle truppe romane a scopo intimidatorio si giunse ad un accordo diplomatico. Nel 20 a. C. il re dei Parti Fraate restituì le insegne, liberò i prigionieri di guerra e mandò a Roma in ostaggio alcune delle sue mogli e anche alcuni dei suoi figli così da riconoscere l’autorità romana nel presente e per il futuro [3]. Leggi tutto